Gaza: un anno di conflitto
Yasmeen Fayeq/Save the Children
I Territori palestinesi occupati sono attualmente il luogo più letale al mondo per i bambini e per migliaia di loro è già troppo tardi. A Gaza, soprattutto i più piccoli, devono affrontare una costante esposizione alla violenza, senza avere accesso a un’assistenza sanitaria adeguata.
Per i bambini e le bambine ogni giorno che passa senza cessate il fuoco diventa sempre più pericoloso. Dopo un anno di conflitto, rimettere insieme i frammenti delle loro vite sarà ancora più difficile.
Gaza: un anno dopo
Da un anno siamo testimoni di una catastrofe umanitaria che, come sempre, colpisce i più vulnerabili soprattutto i bambini e le bambine.
“Quanto accaduto nell’ultimo anno ha distrutto le fondamenta stesse della vita a Gaza e minaccerà il futuro dei minori palestinesi per le generazioni a venire”, ha dichiarato Jeremy Stoner, Direttore regionale di Save the Children per il Medio Oriente, il Nord Africa e l'Europa dell'Est. Ed è proprio così, questa guerra ha avuto un impatto devastante sulla vita dei bambini.
Gaza: un anno di guerra in numeri
Il Ministero della Salute di Gaza ha recentemente pubblicato un elenco di persone la cui morte, avvenuta tra lo scorso ottobre e il 31 agosto, è stata verificata.
- Ha identificato circa 34.000 persone.
- L'elenco comprende 11.300 bambini.
- Di questi circa 710 erano bambini con meno di un anno, il 20% dei quali nati e uccisi durante la guerra.
- Altri 2.800 bambini uccisi devono ancora essere identificati.
- 20.000 bambini dispersi a Gaza.
- 625.000 bambini a Gaza non frequentano la scuola.
Gli esperti sostengono che le cifre disponibili sono probabilmente sottostimate, e si ritiene che il numero effettivo delle vittime sia molto più alto.
Gaza: tra carestia e malnutrizione
Almeno 3.100 bambini sotto i cinque anni sono stati uccisi a Gaza dallo scorso ottobre, mentre altri coetanei sono a rischio di grave malnutrizione a causa di un conflitto che sta distruggendo la vita dei bambini palestinesi sin dalla nascita.
La carestia incombe a Gaza, secondo l’allarme lanciato dagli esperti delle Nazioni Unite ed è già stata segnalata la morte di numerosi bambini dovuta alla malnutrizione e alla fame. Anche i nostri operatori che lavorano in un centro sanitario di base a Gaza registrano un numero sempre più crescente di casi di malnutrizione infantile: su un totale di quasi 3.000 bambini sotto i 5 anni visitati, quasi il 20% soffriva di malnutrizione acuta moderata e quasi il 4% di malnutrizione acuta grave. Il nostro personale ha riferito di aver visto bambini frugare tra rifiuti e detriti alla ricerca di cibo.
Ma i dati raccolti fino ad ora potrebbero rappresentare solo la punta dell’iceberg: le difficoltà nella raccolta e nella verifica dei dati nella Striscia a causa di problemi di sicurezza, di restrizioni di accesso e distruzione delle infrastrutture, rendono impossibile verificare il numero esatto dei soggetti a rischio o che soffrono già di malnutrizione.
La crisi sanitaria a Gaza
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riferito che circa il 25% di tutti i feriti, ovvero 22.500 persone, ha probabilmente esigenze riabilitative rilevanti e continue, compresi pazienti con lesioni alle estremità, amputazioni, lesioni alla testa, al midollo spinale e ustioni. L’attuale crisi sanitaria a Gaza, con solo 17 ospedali su 36 parzialmente funzionanti, rischia di causare a bambine e bambini traumi e lesioni che cambieranno loro la vita.
Secondo le organizzazioni umanitarie, nella Striscia, dove si registrano alti tassi di malnutrizione infantile, non riesce ad arrivare ben l’83% degli aiuti alimentari che sarebbero necessari.
Somayya, 37 anni, madre di sette figli, e la sua famiglia sono dovuti fuggire dal Nord di Gaza lo scorso anno e adesso vivono in un rifugio per sfollati a Deir al-Balah, nel centro della Striscia. Il figlio più piccolo, Ali, ora in cura presso una clinica di Save the Children, è così gravemente malnutrito che ha sviluppato l’osteomalacia o “malattia delle ossa molli”, che lo rende incapace di muoversi o camminare. La madre ci ha raccontato: “Mio figlio ha un anno e mezzo ed è malnutrito. I suoi fratelli alla sua età camminavano ed erano ben nutriti. Ora non c'è cibo, né altro. Ali* non riesce a camminare, né a stare su una sedia, non riesce nemmeno a gattonare. Non mangia uova, né carne, né latte. Non abbiamo nulla”.
Richieste ed intervento
È straziante vedere bambini così piccoli privati di ogni speranza.
Stiamo facendo tutto il possibile per rispondere ai bisogni dei più piccoli, continueremo a chiedere il rispetto dei diritti dei bambini e del diritto internazionale. Chiediamo un cessate il fuoco immediato e definitivo per aiutare i bambini a rimettere insieme i frammenti delle loro vite.
Operiamo nei Territori Palestinesi Occupati dal 1953 e siamo presenti permanentemente a Gaza, dove forniamo assistenza sanitaria salvavita, supporto nutrizionale e protezione. Garantiamo inoltre assistenza prenatale e materna, cura dei neonati e della malnutrizione infantile, e da supporto per la salute mentale e psicosociale a bambini e operatori sanitari. Oltre a forniture alimentari d'emergenza, acqua potabile e prodotti per l'igiene, stiamo sostenendo l'accesso umanitario immediato e senza restrizioni per garantire che gli aiuti salvavita raggiungano i bambini in difficoltà.
Per approfondire, leggi il comunicato stampa.