Facciamolo in classe: parliamo di educazione sessuo-affettiva

Francesco Alesi per Save the Children

Attualmente meno di un adolescente su 2 ha fatto educazione sessuale a scuola, mentre i genitori che ritengono utile l’educazione affettiva e sessuale come materia obbligatoria a scuola sono il 91%. La principale fonte di informazione dei ragazzi e delle ragazze su temi come la sessualità e l’affettività è il web. Questi sono solo alcuni dei dati raccolti all’interno dell’indagine realizzata in collaborazione con IPSOS per la ricerca “L’educazione affettiva e sessuale in adolescenza: a che punto siamo?, in cui abbiamo analizzato il rapporto tra giovani e sessualità

I dati della ricerca colpiscono su diversi aspetti. Per questo lanciamo la campagna Facciamolo in classe”, insieme al Movimento Giovani per Save the Children e alla TV host & content creator Aurora Ramazzotti, per l’introduzione di percorsi obbligatori di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole.

Facciamolo in classe

Aurora Ramazzotti, protagonista del video di #Facciamoloinclasse, mette alla prova ragazze e ragazzi di diverse generazioni con un quiz sulla sessualità e l'affettività
 

Con “Facciamolo in classe” insieme al Movimento Giovani vogliamo sottolineare l’importanza di fornire a tutte e tutti gli strumenti necessari per vivere questi temi in modo responsabile e consapevole.

L’educazione sessuale e affettiva a scuola

Dalla nostra ricerca “L’educazione affettiva e sessuale in adolescenza: a che punto siamo?”, emerge che oggi solo il 47% degli adolescenti, ovvero meno di una/o su due, ha ricevuto un’educazione sessuale a scuola, una percentuale che scende al 37% al Sud e nelle Isole. Nella maggior parte dei casi, l’educazione sessuale a scuola è stata affrontata in modo sporadico: il 44% riporta di aver partecipato a lezioni che si sono svolte solo per qualche settimana, mentre il 32% parla di un unico evento isolato di una giornata. L’82% di chi ha partecipato a corsi di educazione sessuale a scuola li ha considerati in ogni caso utili e arricchenti.

Tra gli altri dati significativi, il 66% degli adolescenti ha avuto esperienze sessuali. Le principali motivazioni sono per curiosità e scoperta per il 55% degli intervistati, seguite dal desiderio di intimità e affetto e dalla percezione che fosse il momento giusto. È preoccupante, invece, il dato che riguarda il 16% che lo ha fatto per non sentirsi diversa/o e quasi uno su 10 per le pressioni del/della partner.

“Per educare i giovani e le giovani a relazioni sessuali e affettive sane, prevenire comportamenti a rischio, discriminazioni e violenze, è urgente una legge che preveda l’inserimento di percorsi obbligatori di educazione all’affettività e alla sessualità, in linea con le Linee guida UNESCO sulla Comprehensive Sexuality Education e gli Standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle scuole e all'interno dei piani formativi, coerentemente con l’età dei beneficiari", ha dichiarato Giorgia D’Errico, Direttrice delle Relazioni Istituzionali di Save the Children.

facciamolo in classe

IL dialogo tra giovani e genitori sulla sessualità

Dalla nostra analisi emerge che sono stati fatti passi in avanti nel dialogo tra giovani e genitori sui temi della sessualità. Infatti, il 68% dei giovani dichiara di aver ricevuto un’educazione sessuale in famiglia con una maggiore prevalenza tra i ragazzi e le ragazze della fascia d’età 14-15 anni. Dal punto di vista dei genitori, il 75% si sente a proprio agio a parlare di sessualità con i figli e più di uno su 10 si è trovato ad affrontare le relazioni “tossiche” dei propri figli.

Ben il 95% dei genitori, ovvero più di 9 genitori su 10 ritengono utile fare educazione affettiva e sessuale a scuola, dando la giusta attenzione alle diverse fasce d'età, e sempre un’alta percentuale di genitori, ovvero il 91%, è d'accordo con l'utilità di istituire l'educazione sessuale e affettiva come materia obbligatoria per i giovani.

Allo stesso tempo, il 92% ritiene necessario fornire un supporto formativo ai genitori stessi per affrontare i temi della sessualità con i propri figli. Dalla nostra ricerca emerge un chiaro messaggio, ovvero l’importanza di fornire a tutte e tutti gli strumenti di base per aiutare i giovani a comprendere al meglio le complessità emotive, sociali e culturali. Strumenti in grado di affrontare il tema della sessualità e dell’affettività, trattando argomenti come consenso, rispetto, benessere, interazioni sicure nel mondo digitale, prevenzione della violenza e delle discriminazioni, salute sessuale e prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili.

fonti d’informazione degli adolescenti

È principalmente online che gli adolescenti cercano informazioni da soli sulla sessualità:

  • Il 47% degli intervistati sceglie siti web e articoli online per informarsi sulle pratiche sessuali e il 57% quando vuole approfondire il tema delle infezioni sessualmente trasmissibili.
  • Altre fonti includono libri o manuali scientifici per le infezioni sessualmente trasmissibili per il 22% degli intervistati. I video pornografici per le pratiche sessuali vengono utilizzati dal 22%.

Per le ricerche su sessualità e affettività, il web rimane la risorsa principale, ma quando non cercano in autonomia, ragazze e ragazzi si rivolgono a diverse figure:

  • per le infezioni sessualmente trasmissibili, i genitori sono indicati come prima fonte di informazioni (46%), seguiti da amici o amiche (42%).
  • Per le pratiche sessuali, gli amici sono la fonte principale (57%), seguiti dai genitori (31%).

Pornografia e gli stereotipi sul piacere

  • Quasi un adolescente su 4 ritiene la pornografia una rappresentazione realistica dell’atto sessuale.
  • Mentre il 17% dei ragazzi e delle ragazze è d’accordo che l’autoproduzione di materiale pornografico possa aiutarlo/a a soddisfare alcune necessità economiche.
  • Il 12% ritiene che il sesso online abbia lo stesso valore di quello dal vivo.
  • Per il 22% di loro è usuale condividere contenuti intimi tramite smartphone.

L’analisi evidenzia inoltre la resistenza di alcuni stereotipi: il 43% degli intervistati concorda con l’idea che il sesso sia sempre piacevole per entrambi i partner, mentre il 38% di ragazze e ragazzi consultati ritiene che le ragazze sappiano come raggiungere l’orgasmo, rivelando come quello del piacere femminile sia ancora un tema di cui si parla poco nella coppia.

“È ancora troppo alto il numero di adolescenti che considera la pornografia uno strumento di apprendimento sul sesso, con il rischio di alimentare false credenze e stereotipi legati alla sessualità”, ha dichiarato Antonella Inverno, Responsabile ricerca e analisi dati di Save the Children.

La percezione sui comportamenti sessuali e le discriminazioni

Oltre alle esperienze dirette, l’indagine ha approfondito anche alcune opinioni degli adolescenti sui comportamenti dei loro coetanei.

  • Il 66% di loro ritiene possa succedere che le ragazze abbiano esperienze sessuali dopo aver bevuto molti alcolici (binge drinking) e il 69% che subiscano pressioni dal partner per avere rapporti intimi senza preservativo.
  • Per quanto riguarda i ragazzi, invece, l’83% degli adolescenti ritiene che guardino contenuti erotici di creator amatoriali e video pornografici (82%), il 79% film e serie TV che trattano di sesso e sessualità, mentre il 73% pensa che possano avere esperienze sessuali a seguito del binge drinking.
  • Più di un adolescente su 4 tra i 14 e i 18 anni (il 26%) pensa sia frequente subire o assistere a discriminazioni legate all’orientamento o all’identità sessuale, mentre più di uno su tre (il 35%) a episodi di body shaming.

L’accesso ai servizi

Colpiscono i dati della ricerca in merito allo scarso accesso ai servizi sanitari, ai consultori e la percentuale molto limitata di adolescenti che si sottopongono al test HIV: 

  • l’82% non ha mai fatto un test HIV.
  • Solo il 12% è stato in un consultorio, con una percentuale leggermente maggiore tra le ragazze (15%). L'8% avrebbe voluto accedervi ma non lo ha fatto, mentre il 77% dichiara di non averne sentito il bisogno.
  • Solo il 24% degli adolescenti saprebbe con certezza a chi rivolgersi in caso di urgenza legata alla sessualità.

Le principali barriere all'accesso per chi avrebbe voluto andare, ma non lo ha fatto, sono: la vergogna e la difficoltà a recarvisi da soli. Inoltre, il 24% di chi avrebbe voluto andare, ma non lo ha fatto, segnala l'assenza di un consultorio nelle vicinanze.

Impegnarsi per rispondere alle necessità dei ragazzi e delle ragazze e dei loro genitori è fondamentale, dando ai giovani gli strumenti per crescere come adulti consapevoli rispetto alla propria salute sessuale e in grado di costruire relazioni affettive sane, rispettose e paritarie. 

Scopri di più:

Leggi il comunicato stampa

La campagna Facciamolo in classe.

Il Dossier L'educazione affettiva e sessuale in adolescenza: a che punto siamo?

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