Dal deserto al Festival Internazionale di Fotografia con i ritratti di chi abita per le strade Roma
Pubblichiamo la testimonianza di Susanna Gulinucci, una volontaria di Save the Children che ci ha supportato nell'allestimanto della mostra di Mohamed Keita in occasione del Festival Internazionale di Fotografia, inaugurato a Roma il 26 settembre.
Con una macchinetta usa-e-getta, per prima cosa, ha fotografato il suo bagaglio. “J’abite Termini”, un sacco di plastica azzurra, un sacco-casa, che contiene tutto ciò che ha quando, dopo tre anni di viaggio, sbarca in Italia, a sedici anni. La voglia di conoscere, di integrarsi e di imparare lo portano lontano. Meno faticoso della traversata del deserto affrontata da solo, ma altrettanto impegnativo nella sua nuova realtà che osserva e trasmette, con le sue foto Mohamed Keita è approdato al Macro di Roma con una piccola personale dal titolo “Piedi, scarpe, bagagli”. All’interno del Fotografia Festival Internazionale di Roma, insieme alle opere di maestri come Thomas Roma, Roger Ballen, Larry Fink, il direttore artistico Marco Delogu ha voluto fossero presenti i ritratti che questo ragazzo di origine ivoriana ha scattato alla stazione Termini, tra immigrati stesi sotto coperte di fortuna dai colori sgargianti e facce di vagabondi incontrati nelle strade di Roma.Come quella dell’uomo, nascosta da una foresta di barba e capelli, un vero Hagrid, il guardiacaccia amico delle creature magiche della sagra di Harry Potter. «Sulla soglia si stagliò un uomo gigantesco. Aveva il volto quasi nascosto da una criniera lunga e scomposta e da una barba incolta e aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come neri scarafaggi sotto tutto quel pelame». (J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale).
Una vera scossa energetica varcare la soglia della sede di CivicoZero, centro diurno per minori, creato da Save the Children, che dal 2009 fornisce supporto, orientamento e protezione a minori e neo-maggiorenni stranieri. Un luogo dove ragazzi di tutte le provenienze vanno e vengono, imparano diritti e doveri, disegnano, giocano a calcio-balilla, progettano il loro giornale. E imparano a fotografare e sviluppare insieme a Mohamed che una volta a settimana insegna loro teoria e tecnica fotografica. Anche le foto di Alieu, Almameh, Arif, Doina, Hanif, Joy, Saiffulzzaman, sono esposte al Macro nella saletta del secondo piano.